MARIO FARNETI

IMPERIUM SOLIS

 

A.D. 363, quando Giuliano Imperatore scoprì l'America


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A.D. 363, il 26 giugno, sulla pianura desertica di Ctesifonte nell’attuale Iraq, si combatte una sanguinosa battaglia tra le legioni romane, comandate dall’imperatore Flavio Claudio Giuliano e le schiere dei Parti condotte dal re Shapur II.

Lo scontro sta volgendo a favore dei Romani, quando un improvviso contrattacco della cavalleria partica, composta dai temibili catafratti, crea scompiglio nella retroguardia. L’imperatore, avvertito della sortita, non esita a intervenire di persona. Sale a cavallo ma per la fretta tralascia di indossare l’armatura.

Il suo intervento sul campo di battaglia è comunque decisivo: i legionari si rincuorano vedendolo combattere in mezzo a loro e respingono i Parti che si ritirano in disordine. Giuliano è ormai certo della vittoria. Presto conquisterà l’intero Oriente e condurrà le legioni di Roma oltre le porte dell’India. Il desiderio di eguagliare le gesta di Alessandro Magno sembra ormai appagato, ma l’esultanza dura pochi attimi, perché un giavellotto scagliato a tradimento lo raggiunge al fianco destro. Giuliano cade da cavallo ferito gravemente; i soldati lo soccorrono e lo trasportano privo di sensi nella sua tenda dove riprende conoscenza e vorrebbe ritornare a combattere, ma le forze lo abbandonano e, dopo una breve ma lucida agonia, esala l’ultimo respiro.

Così almeno credono tutti, ma la Storia, guidata dal Fato, ha cambiato all’improvviso il suo corso.

Già nella giovinezza, una divinità benevola gli era apparsa annunciandogli che l’arma di un traditore lo avrebbe colpito in battaglia ma che in quel giorno avrebbe avuto salva la vita. Il prezzo da pagare, però, sarebbe stato alto: la rinuncia al trono e la fuga oltre l’Oceano, verso le regioni remote e sconosciute dell’Estremo Occidente, soltanto in quei luoghi si sarebbe compiuto il suo destino. Giuliano Imperatore sarebbe stato assunto in Cielo come una divinità dopo aver raggiunto il luogo dove il Dio Sole Invitto, suo protettore, va a coricarsi alla fine del giorno.

Fuggito da Ctesifonte sotto falsa identità, Giuliano intraprende perciò un viaggio denso di pericoli ma può contare su un amico leale, il legato imperiale Lucio Domizio Claro al quale, prima di intraprendere la spedizione contro i Parti, ha affidato il comando di una speciale legione composta dai soldati più fedeli, inviata segretamente sull’isola di Ibernia al confine con l’Estremo Occidente. In quella terra lontana, Lucio dovrà attendere l’arrivo dell’imperatore per affrontare con lui l’Oceano e raggiungere, su una grande flotta, la favolosa isola di Meropide.

Entrambi dovranno confrontarsi con nemici agguerriti e subdoli, con popoli sconosciuti e feroci, poiché la posta in gioco sarà grande: raggiungere la dimora del Dio Sole e, con la sua benevolenza, fondare un nuovo Impero di Roma oltre l’Oceano.